Otello Calbi- Biografia

San Mauro Forte (Mt), 30 marzo 1917 - Napoli, 17 marzo 1995
Compositore, didatta, pubblicista, appassionato divulgatore dell’arte musicale. Una vita per la musica.
Nato a San Mauro Forte, un piccolo paese della Lucania, da una famiglia amante della musica (il padre Giuseppe dirigeva la banda locale e diede a tre figli nomi di personaggi verdiani, Gilda, Otello, Aida), ha mantenuto sempre molto forte il legame con la sua terra d’origine. Dopo i primi studi con il padre e il fratello Carlo ha continuato al Conservatorio di Palermo e poi a Napoli, al Conservatorio di musica "San Pietro a Majella" con i Maestri Gennaro Napoli, Achille Longo, Ennio Porrino. Nello stesso Conservatorio è diventato docente di Solfeggio e in seguito di Armonia.

Quaranta  anni trascorsi varcando quel severo portone (ma la prima lezione con il M° Achille Longo fu un “vero manicomio”, scrive in un suo appunto) e attraversando il grande cortile dominato dalla statua di Beethoven. Tantissimi gli allievi, oggi concertisti, docenti, che ha seguito nei loro primi passi professionali spronandoli, incoraggiandoli, promuovendone le attività anche attraverso l’organizzazione diretta di concerti.
Ha iniziato a pubblicare le sue composizioni già a partire dal 1937, esplorando nuovi sentieri, cimentandosi in varie forme musicali. Ha composto musica da camera, sinfonica, teatrale, eseguita in Italia e all’estero, tra l’altro alla Rai, al Teatro delle Novità di Bergamo e al Teatro S. Carlo di Napoli.
Fondatore del M.A.N, “Movimento Artistico Napoletano”, volto a valorizzare la produzione musicale contemporanea, è stato anche vice-segretario nazionale del Sindacato Nazionale Musicisti, componente del Consiglio di amministrazione del Teatro San Carlo e membro della Commissione Centrale Musica del Ministero dello Spettacolo.

Sicuramente Calbi è stato una delle personalità più attive del mondo musicale napoletano, lucano e più in generale dell’Italia meridionale. Attraverso varie associazioni, l’AGIMUS (Associazione Giovanile Musicale), molte sezioni degli “Amici della musica”, oltre il MAN, ha promosso un’intensa attività concertistica in tanti centri della provincia di Napoli e di altre località del Sud. Una delle sue principali preoccupazioni e passioni è stata infatti la diffusione della conoscenza e dell’amore per la musica, soprattutto laddove era poco conosciuta. Gli interessava far conoscere la musica ai giovani e “lanciare” i giovani compositori ed esecutori.

Numerose le sue riflessioni ed interventi sulle problematiche musicali, con articoli e collaborazioni, tra l’altro, con le riviste “Il mondo della musica”, “Rassegna musicale Curci”, “Il San Carlo di Napoli”, “Nostro Tempo”. Ha pubblicato saggi di didattica e critica musicale e ha curato due edizioni di “Musicisti contemporanei – panorama biografico dei musicisti d’oggi”.

Di carattere schivo e riservato (l’animus lucano), ma sempre socievole ed accogliente (la solarità napoletana), Calbi esprime la sua personalità e la sua visione severa della musica nelle tante composizioni, in cui è evidente la ricerca di un nuovo linguaggio, capace di esprimere, pur nel rispetto della tradizione, la gamma dei controversi e contrastanti sentimenti umani nel mondo contemporaneo.

La sua prima opera, “Il ritorno” (di Ulisse), su un poemetto di Giovanni Pascoli, propone una radicale innovazione nella tradizione del teatro  lirico, distinguendo parti recitate e parti cantate come forme diverse  e complementari che concorrono – come scrive l’autore stesso – a “comporre un linguaggio umano universale”. L’opera è stata rappresentata con successo al Teatro delle Novità di Bergamo, poi al S. Carlo di Napoli, in Argentina, trasmessa anche per Rai. All’ascolto di quest’opera è ispirato lo schizzo di Renato Guttuso, che rappresenta Ulisse anziano e addormentato, così come è presentato nella prima scena dell’opera.

Quest’opera di Guttuso, esposta per lungo tempo nella sede della Rai a Roma, è andata poi dispersa nelle peripezie legate alla contestata eredità del pittore.

Un altro episodio interessante riguarda la lirica “Meriggiare”, composta da Calbi sul testo di Eugenio Montale, per pianoforte e soprano. Lo spartito fu inviato a Montale, che fu tra l’altro critico musicale del “Corriere della sera” e da giovane aveva studiato da baritono.

Montale rispose esprimendo apprezzamento per la composizione, ma suggerendo che fosse più adatta alla voce di baritono. Calbi però conservò l’originaria impostazione per soprano, voce che gli sembrava più adatta ai “cocci aguzzi di bottiglia” evocati nel testo poetico.

Uno spaccato dell’arte musicale di Calbi è presentato nel CD monografico pubblicato nel 2001 dall’Associazione “Le Muse” con il patrocinio della Regione Basilicata.

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